venerdì 9 agosto 2013

E te pareva che m'ero dimenticata qualcosa?



Allarme pelo. Ora che abbiamo deciso di partire per il mare, mi sono ricordata che ho delle gambe. In questo momento stanno urlando per richiamare la mia attenzione: c’ho di quei peli che possono sfidare a braccio di ferro quelli della dolce metà, con buone probabilità di vincita. La dolce metà, poverino, non osa protestare.

Minaccia pelo. Quando ho studiato per un periodo nell’Università più femminista d’America, non erano
rare le ragazze che non conoscevano l’utilizzo del rasoio. I boschi sotto alle ascelle erano una forma di protesta contro l’ideologia maschile: il fatto che la donna debba essere sempre profumata e depilata, secondo queste estremiste, è un’imposizione culturale.
Considerato che noi, per definizione, siamo animali culturali, trovo un po’ eccessivo questo loro accanimento. Per la stessa ragione anche i vestiti, le case e la maggior parte di ciò che ci circonda sono imposizioni culturali, no?
Oltretutto, mi pare che anche i maschi c’abbiano il loro buon d’affare: vuoi mettere la prigionia della barba rispetto a quella delle gambe? Con lei non puoi temporeggiare. “Bah, tanto son biondi. Se metto un vestito scollato tutti guardano il decolté, non le gambe… i peli scappano via.” Peccato che il mio decolté sia un po' pianeggiante. 
E che dire di cravatta e pantaloni lunghi con 35°? In questi giorni in cui l’ufficio si è svuotato, ho intravisto il collega dell’angolo opposto in versione ribelle con bermuda quasi inguinali e magliettina da casa: un dolore per gli occhi. Che dire, ben vengano le imposizioni culturali.

Ti prendi sempre all’ultimo” La settimana scorsa non avevo testa neanche per i gesti di normale sopravvivenza: ho dimenticato il pranzo a casa (più volte), le immondizie in macchina (ora in quarantena), gli occhiali (ancora dispersi) e pure di fare la spesa (io? Che mi dimentico del cibo? Impossibile!).
Non mi son più fatta viva in palestra. Complice qualche senso di colpa, ho recuperato dei pesetti a casa dei miei, ma da 12 giorni giacciono dimenticati, insieme ai suddetti sensi di colpa, sul tappetino del sedile posteriore destro della macchina. Penso che nel prossimo futuro diventeranno dei fermacarte, ottimi per le bollette che regolarmente pago in ritardo.
Ho addirittura cominciato a ventilare l’ipotesi di non struccarmi la sera, per essere già pronta la mattina. Considerato tutto ciò, come potevo ricordarmi delle mie gambe?!

Via il pelo. Ho chiamato la mia cerettista di fiducia, ma è in vacanza. La dolce metà è disperato. Essendo libero e già vacanziero, voleva accompagnarmi: nella sua testa l’estirpazione brutale di peli equivale a un film soft porn. Credo si immagini scene lesbo-ruggenti estremamente erotiche. Tutto questo nonostante io gli abbia assicurato che la mia estetista potrebbe essere la controfigura di Lino Banfi.
Ma se ci tiene tanto, questa volta potrà essere lui protagonista del filmino: dopo passo al supermercato a comperare le strisce… scoprirà in fretta quanto è eccitante.

Photo credit: Shirin Winiger
http://www.flickr.com/photos/shirinwiniger/

2 commenti:

  1. Ciao! Grazie per essere passata da me, ricambio la visita con piacere;) vado a curiosare un pò sul tuo blog;) a presto, Princi

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